La mappa tattile
e la quarta dimensione dello spazio vissuto.
La rappresentazione dello spazio vissuto non è frutto solo di segni tecnico-estetici, fatti di linee, tratti e volumi, ma è anche un’ipertestualità progettata di informazioni sensoriali, sensibili alla evoluzione anagrafica, psicomotoria della persona umana. La mappa tattile per esempio è pensata secondo i vari linguaggi della dis-abilitazione umana, disintermediazione dell’individuo dalla gabbia muraria della casa.
Se è possibile mappare l’ambiente attraverso simboli sensoriali che prescindano dalla pura forma estetico-funzionale dei luoghi di vita, allora è anche logico immaginare spazi dove le qualità superficiali dell’abitato affondano la propria ragion d’essere nei sensi umani, esaltando la propria percettibilità e meta-databilità, trasformando il Progetto dello spazio vissuto in una nuova Pseudo-realtà dis-abilitata, disintermediata dalla pura funzione motoria e fruizionale:
libera cioè da congetture archetipiche e preconcetti formali.
Ecco !
Si tratta di sviluppare una nuova esigenza. Studiare le infinite molteplici dinamiche legate al fluire dello spazio sull’uomo, non alla fruizione dell’uomo nello spazio.
Oggi è sempre più necessaria quindi una quarta dimensione dell’architettura, dell’ingegneria e della tecnologia, quella legata alla quarta età dell’uomo, nell'epoca della longevità dove la speranza di vita rasenta il secolo.
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fonte: grafico INMACI. Organismo interassociativo